Botanica
Il melograno (Punica granatum) è una pianta appartenente alla famiglia delle Punicacee dalle origini asiatiche e nordafricane e diffusa fino all’estremo Oriente. Arrivò in Europa attraverso rotte marittime internazionali, portata dai mercanti Fenici ed è ora diffusa in tutto il Mediterraneo.
L’albero ha rami spinosi ed attorcigliati, dalla corteccia di colore rosso-grigiastro. La sua crescita è lenta per cui arriva ai 2-4 metri d’altezza al massimo. Le foglie piccole, rigide e lucide, hanno forma allungata, sono rosse nei germogli e poi diventano verde chiaro. Da maggio a luglio sui rami crescono stupendi fiori rossi, formati da cinque-otto petali a calice.
Il frutto, in botanica chiamato balausta, è di media misura, rotondeggiante, di colore giallo-rosso. Ha una scorza grossa e resistente, simile ad una pergamena. Al suo interno dei setti fibrosi color giallo intenso formano delle logge in cui sono contenuti i semi dalla polpa rossa e trasparente, di forma prismatica, gustosi e dal sapore dolce e leggermente acidulo. 
Il melograno viene utilizzato come pianta ornamentale nei giardini; le varietà nane, in vaso e sui terrazzi; industrialmente si coltiva per la produzione dei frutti eduli.
Periodo di raccolta
Il periodo migliore per raccogliere i frutti è l’autunno.
Etimologia
Il nome “melograno” significa mela con i semi e deriva dal latino malum (“mela”) e granatum (“con semi”). La stessa origine è riconosciuta anche in altre lingue come in inglese “Pomegranate” ed in tedesco “Granatapfel” (mela coi semi). La città spagnola di Granada ha nello stemma un frutto di melograno, in spagnolo (granada) ed in antico francese (la grenade).
Sembra che un tempo la Melagrana fosse conosciuta come “la mela di Cartagine”, infatti anticamente a questa città veniva attribuito il nome Punica, da cui deriva Punica granatum.
Storia e simbolismi
Il melograno è simbolo di fertilità, fecondità, ricchezza, abbondanza e anche coesione, fratellanza, solidarietà.
Nell’antico Egitto il succo veniva aggiunto alla birra per ottenere una magica bevanda salvifica.
Nell’antica Grecia, l’albero era sacro ad Era, dea della famiglia e della maternità. Secondo la mitologia greca, il succo del melograno era il sangue di Dioniso e proprio in suo onore, la dea dell’amore Afrodite lo piantò a terra. 
Si  credeva anche che il melograno rendesse inscindibile l’unione matrimoniale, perché Proserpina, figlia di Cerere e Zeus, fu legata a Plutone  per l’eternità per averne mangiato i chicchi.
E’ simbolo di fertilità: in Turchia le spose lanciano a terra il frutto e contano i semi che fuoriescono, per predire il numero di figli che avranno e intrecciano rami di Melograno fra i capelli come augurio di fecondità. Ancora oggi fra le popolazioni asiatiche il frutto aperto della Melagrana simboleggia l’abbondanza e il buon augurio.
In Dalmazia per tradizione, il novello sposo trasferisce una pianta di melograno dal giardino del suocero al suo, come augurio di prole numerosa.
In Gabon, regalare una pianta di melograno è di buon auspicio per le giovani donne che desiderano un figlio.
Secondo la Chiesa il frutto simboleggia la Chiesa stessa: è il simbolo dell’unione di tutti i fedeli, riuniti sotto la scorza che è la Chiesa.
Spesso nelle poesie le guance, le labbra e i seni delle giovani donne sono paragonati ai frutti rossi e maturi del melograno.
Composizione chimica e potere calorico
Il frutto è molto ricco di  sali minerali (potassio, manganese, zinco, rame e fosforo);
vitamine (A,B,C,K), acqua, zuccheri, fibre e grassi.
E’ caratterizzato dalla presenza di sostanze benefiche per l’organismo come i flavonoidi, gli antiossidanti, l’acido ellagico e gallico, tanto da venire chiamato il “frutto della medicina”.
100 g di parte edibile, apportano circa 63 kcal.
Proprietà terapeutiche
Già nell’antichità questa pianta era tenuta in grande considerazione per le sue proprietà benefiche. 
Lo stesso Ippocrate ne esaltava le preziose virtù come antidiarroico e antiparassitario. 
Gli Egiziani conoscevano  le proprietà vermifughe della radice del Melograno.
Della pianta si usano la corteccia delle radici, la scorza dei frutti, i petali dei fiori e i semi.
La polvere della radice, sotto forma di decotto, ha proprietà tenifughe, astringenti e antidiarroiche;  per uso esterno, sotto forma di clisteri o irrigazioni vaginali, ha proprietà astringenti.
Dalle radici stesse si ricava un colorante impiegato nella cosmesi.
L’infuso dei petali ha proprietà rinfrescanti per le gengive irritate. 
Le scorze dei frutti hanno proprietà aromatiche e conferiscono il gusto amarognolo a Vermouth e aperitivi. Inoltre da esse si ottiene una tonalità di giallo tipicamente utilizzata negli arazzi arabi. 
Dai semi eduli si ricava un succo ricco di vitamina C, potassio e antiossidanti, con proprietà blandamente diuretiche, che si usa per la preparazione di sciroppi e della Granatina. I flavonoidi e l’ acido ellagico  gli conferiscono proprietà antiossidanti superiori al thè verde e al vino rosso. 
Trova impiego terapeutico nei seguenti casi:
problemi cardiovascolari: il melograno abbassa la pressione sanguigna, riduce le placche  dell’arteriosclerosi e in generale il rischio di malattie all’apparato cardiocircolatorio;
problemi articolari: migliora la funzionalità delle articolazioni evitandone la degenerazione;
tumori: ha una buona azione preventiva sui tumori alla prostata, polmoni, mammella, pelle grazie all’azione dell’acido ellagico;
menopausa: sembra che il melograno possa aiutare a fronteggiare i disturbi più tipici della menopausa in particolare problemi osteoarticolari e depressione;
problemi all’apparato sessuale maschile: il melograno è utile in tutti i casi in cui questi disturbi siano di origine cardiovascolare;
disturbi a stomaco e intestino: grazie alle sue virtù gastroprotettive, il melograno è in grado di rafforzare la mucosa gastrica e in caso di diarrea è un ottimo astringente.
Per godere appieno delle proprietà del succo, è preferibile berlo direttamente dal frutto: si fa rotolare il melograno, schiacciandolo con una mano, su di un piano in modo da rompere i semi. Si pratica un foro all’estremità e si beve il succo con una cannuccia.
Un’altra possibilità è spremere il frutto con uno spremiagrumi, dopo averlo tagliato a metà.
Per separare i chicchi, bisogna tagliare la calotta del frutto e con un coltello fare delle incisioni superficiali per ottenere otto spicchi che si immergono in acqua fredda per dieci minuti.  Si procede staccando i chicchi. Le bucce resteranno a galla e i semi andranno sul fondo del recipiente.
Il melograno era molto usato nella cucina medioevale per salse, sughi e ripieni di carne.
Nella cucina moderna, i semi vengono spesso usati a scopo decorativo o in molte preparazioni come sciroppi, succhi, bibite, marmellate, gelatine, sorbetti e prodotti di pasticceria. Si possono aggiungere ad insalate o yogurt. Ottimo è il risotto preparato con il succo e i semi.
Uso cosmetico e magico
L’olio ottenuto dai semi era caro a Persefone, dea della vegetazione primaverile e particolarmente bella. E’ molto costoso (da 200 kg di melograno fresco se ne ottiene 1L) ed usato in cosmetica per sieri e creme antietà.
Bagno per la fertilità
Far bollire in un litro d’acqua per 5 minuti, 100 g di fiori di lavanda e una manciata di semi di melograno. Filtrare, raffreddare e unire all’acqua del bagno.
Pozione per la fertilità
Far bollire per mezz’ora in un litro d’acqua, la pellicina gialla di un frutto di melograno. Aggiungere 150 g di semi e far bollire altri 5 minuti. Filtrare e dolcificare  e bere durante la giornata.

Botanica

Il melograno (Punica granatum) è una pianta appartenente alla famiglia delle Punicacee dalle origini asiatiche e nordafricane e diffusa fino all’estremo Oriente. Arrivò in Europa attraverso rotte marittime internazionali, portata dai mercanti Fenici ed è ora diffusa in tutto il Mediterraneo. L’albero ha rami spinosi ed attorcigliati, dalla corteccia di colore rosso-grigiastro. La sua crescita è lenta per cui arriva ai 2-4 metri d’altezza al massimo. Le foglie piccole, rigide e lucide, hanno forma allungata, sono rosse nei germogli e poi diventano verde chiaro. Da maggio a luglio sui rami crescono stupendi fiori rossi, formati da cinque-otto petali a calice. Il frutto, in botanica chiamato balausta, è di media misura, rotondeggiante, di colore giallo-rosso. Ha una scorza grossa e resistente, simile ad una pergamena. Al suo interno dei setti fibrosi color giallo intenso formano delle logge in cui sono contenuti i semi dalla polpa rossa e trasparente, di forma prismatica, gustosi e dal sapore dolce e leggermente acidulo. Il melograno viene utilizzato come pianta ornamentale nei giardini; le varietà nane, in vaso e sui terrazzi; industrialmente si coltiva per la produzione dei frutti eduli.

 

Periodo di raccolta

Il periodo migliore per raccogliere i frutti è l’autunno.

 

Etimologia

Il nome “melograno” significa mela con i semi e deriva dal latino malum (“mela”) e granatum (“con semi”). La stessa origine è riconosciuta anche in altre lingue come in inglese “Pomegranate” ed in tedesco “Granatapfel” (mela coi semi). La città spagnola di Granada ha nello stemma un frutto di melograno, in spagnolo (granada) ed in antico francese (la grenade). Sembra che un tempo la Melagrana fosse conosciuta come “la mela di Cartagine”, infatti anticamente a questa città veniva attribuito il nome Punica, da cui deriva Punica granatum.

 

Storia e simbolismi

Il melograno è simbolo di fertilità, fecondità, ricchezza, abbondanza e anche coesione, fratellanza, solidarietà. Nell’antico Egitto il succo veniva aggiunto alla birra per ottenere una magica bevanda salvifica. Nell’antica Grecia, l’albero era sacro ad Era, dea della famiglia e della maternità. Secondo la mitologia greca, il succo del melograno era il sangue di Dioniso e proprio in suo onore, la dea dell’amore Afrodite lo piantò a terra. Si  credeva anche che il melograno rendesse inscindibile l’unione matrimoniale, perché Proserpina, figlia di Cerere e Zeus, fu legata a Plutone  per l’eternità per averne mangiato i chicchi. E’ simbolo di fertilità: in Turchia le spose lanciano a terra il frutto e contano i semi che fuoriescono, per predire il numero di figli che avranno e intrecciano rami di Melograno fra i capelli come augurio di fecondità. Ancora oggi fra le popolazioni asiatiche il frutto aperto della Melagrana simboleggia l’abbondanza e il buon augurio. In Dalmazia per tradizione, il novello sposo trasferisce una pianta di melograno dal giardino del suocero al suo, come augurio di prole numerosa. In Gabon, regalare una pianta di melograno è di buon auspicio per le giovani donne che desiderano un figlio. Secondo la Chiesa il frutto simboleggia la Chiesa stessa: è il simbolo dell’unione di tutti i fedeli, riuniti sotto la scorza che è la Chiesa. Spesso nelle poesie le guance, le labbra e i seni delle giovani donne sono paragonati ai frutti rossi e maturi del melograno.

 

Composizione chimica e potere calorico

Il frutto è molto ricco di  sali minerali (potassio, manganese, zinco, rame e fosforo); vitamine (A,B,C,K), acqua, zuccheri, fibre e grassi. E’ caratterizzato dalla presenza di sostanze benefiche per l’organismo come i flavonoidi, gli antiossidanti, l’acido ellagico e gallico, tanto da venire chiamato il “frutto della medicina”. 100 g di parte edibile, apportano circa 63 kcal.

 

Proprietà terapeutiche

Già nell’antichità questa pianta era tenuta in grande considerazione per le sue proprietà benefiche. Lo stesso Ippocrate ne esaltava le preziose virtù come antidiarroico e antiparassitario. Gli Egiziani conoscevano  le proprietà vermifughe della radice del Melograno. Della pianta si usano la corteccia delle radici, la scorza dei frutti, i petali dei fiori e i semi. La polvere della radice, sotto forma di decotto, ha proprietà tenifughe, astringenti e antidiarroiche;  per uso esterno, sotto forma di clisteri o irrigazioni vaginali, ha proprietà astringenti. Dalle radici stesse si ricava un colorante impiegato nella cosmesi. L’infuso dei petali ha proprietà rinfrescanti per le gengive irritate.  Le scorze dei frutti hanno proprietà aromatiche e conferiscono il gusto amarognolo a Vermouth e aperitivi. Inoltre da esse si ottiene una tonalità di giallo tipicamente utilizzata negli arazzi arabi. Dai semi eduli si ricava un succo ricco di vitamina C, potassio e antiossidanti, con proprietà blandamente diuretiche, che si usa per la preparazione di sciroppi e della Granatina. I flavonoidi e l’ acido ellagico  gli conferiscono proprietà antiossidanti superiori al thè verde e al vino rosso. 

Trova impiego terapeutico nei seguenti casi:

Problemi cardiovascolari: il melograno abbassa la pressione sanguigna, riduce le placche  dell’arteriosclerosi e in generale il rischio di malattie all’apparato cardiocircolatorio;

Problemi articolari: migliora la funzionalità delle articolazioni evitandone la degenerazione;

Tumori: ha una buona azione preventiva sui tumori alla prostata, polmoni, mammella, pelle grazie all’azione dell’acido ellagico;

Menopausa: sembra che il melograno possa aiutare a fronteggiare i disturbi più tipici della menopausa in particolare problemi osteoarticolari e depressione;

Problemi all’apparato sessuale maschile: il melograno è utile in tutti i casi in cui questi disturbi siano di origine cardiovascolare;

Disturbi a stomaco e intestino: grazie alle sue virtù gastroprotettive, il melograno è in grado di rafforzare la mucosa gastrica e in caso di diarrea è un ottimo astringente.

Per godere appieno delle proprietà del succo, è preferibile berlo direttamente dal frutto: si fa rotolare il melograno, schiacciandolo con una mano, su di un piano in modo da rompere i semi. Si pratica un foro all’estremità e si beve il succo con una cannuccia. Un’altra possibilità è spremere il frutto con uno spremiagrumi, dopo averlo tagliato a metà. Per separare i chicchi, bisogna tagliare la calotta del frutto e con un coltello fare delle incisioni superficiali per ottenere otto spicchi che si immergono in acqua fredda per dieci minuti.  Si procede staccando i chicchi. Le bucce resteranno a galla e i semi andranno sul fondo del recipiente. Il melograno era molto usato nella cucina medioevale per salse, sughi e ripieni di carne. Nella cucina moderna, i semi vengono spesso usati a scopo decorativo o in molte preparazioni come sciroppi, succhi, bibite, marmellate, gelatine, sorbetti e prodotti di pasticceria. Si possono aggiungere ad insalate o yogurt. Ottimo è il risotto preparato con il succo e i semi.

 

Uso cosmetico e magico

L’olio ottenuto dai semi era caro a Persefone, dea della vegetazione primaverile e particolarmente bella. E’ molto costoso (da 200 kg di melograno fresco se ne ottiene 1L) ed usato in cosmetica per sieri e creme antietà.

Bagno per la fertilità:

Far bollire in un litro d’acqua per 5 minuti, 100 g di fiori di lavanda e una manciata di semi di melograno. Filtrare, raffreddare e unire all’acqua del bagno.

Pozione per la fertilità:

Far bollire per mezz’ora in un litro d’acqua, la pellicina gialla di un frutto di melograno. Aggiungere 150 g di semi e far bollire altri 5 minuti. Filtrare e dolcificare  e bere durante la giornata.

 

Dr.ssa Nicol Stefani, farmacista, cosmetologa, operatrice con i fiori di Bach e studentessa di naturopatia. Lavora presso la FARMACIA SANTROVASO